AL Presidente della Repubblica
e Presidente del CSM
S.E. Sergio Mattarella
suo recapito presso il CSM
protocollo.csm@giustiziacert.it
e posta PEC Segretariato Generale della Presidenza della
Repubblica
protocollo.centrale@pec.quirinale.it
AL MINISTRO DI GIUSTIZIA PRO TEMPORE
TRAMITE CAPO DI GABINETTO
capo.gabinetto@giustiziacert.it
e p.c.
dirigente.ispettorato@giustiziacert.it
AL Vice Presidente del CSM
prof. Giovanni Legnini
protocollo.csm@giustiziacert.it
Al Primo Presidente della Corte di Cassazione
Pres.te Giovanni Mammone
primopresidente.cassazione@giustiziacert.it
Al Proc. Generale presso la Corte di Cassazione
Pres.te Riccardo Fuzio
prot.pg.cassazione@giustiziacert.it
AI consiglieri membri togati e non del CSM
protocollo.csm@giustiziacert.it
e rispettivi indirizzi mail presso CSM @cosmag.it
dott.Giuseppe Fanfani
dott.ssa Paola Balducci
dott.Renato Balduzzi
dott.Alessio Zaccaria
dott.Rosario Spina
dott.Lucio Aschettino
dott.Ercole Aprile
dott.Piergiorgio Morosini
dott.Massimo Forciniti
dott.Luca Forteleoni
dott.Antonio Ardituro
dott.Antonio Leone
dott.ssa Maria Rosaria San Giorgio
dott.Valerio Fracassi
dott.Fabio Napoleone
dott. Lorenzo Pontecorvo
dott.Nicola Clivio Claudio
dott.ssa Maria Galoppi
dott.Francesco Cananzi
dott.Aldo Morgigni
OGGETTO.
A. Segnalazione circa la sentenza n. 2722/2018 emessa da
collegio della Corte di appello di Roma Pres.te Mariagiulia De Marco
eg. a latere Anna Paria Pagliari pubblicata in data 28 aprile
2018. B. Istanza di revisione/rivalutazione della delibera del
CSM che ha “dispensato” il magistrato Paolo Ferraro, in pendenza
di giudizio ed attesa fissazione udienza per il merito dinanzi al
Consiglio di Stato.
La presente
segnalazione con separata istanza finale
prende le mosse da fatto ultimo, processuale emerso, quale
aspetto di una vicenda e caso singolo che prosegue, anche
per conseguenze ed effetti derivati.
Le inviamo
congiuntamente, io Paolo Ferraro ed
io sua moglie Patrizia Stefania Eugenia Foiani, anche perchè,
parlo ora io Patrizia Stefania Eugenia Foiani, coinvolta in un un
obnubilamento giuridico senza precedenti, a me noti, di una
gravità evidente e preoccupante. Nessuna acrimonia e nessun
intento polemico.
Inoltriamo il tutto, insieme condiviso sulla
sostanza di tutti i
fatti esposti, palesemente illustrati dalla
penna ed intelletto dal magistrato Paolo Ferraro con la mia
diretta compartecipazione, affinchè le istituzioni in
indirizzo vaglino la necessità di un intervento riequilibratore,
per quanto concerne la essenza stessa della giurisdizione, e riparatore
sui piani richiamati.
Prima che i fumi non lontani di un avvitamento
ulteriore diventino
incendio, inasprendo senza costrutto vicenda globale sul piano
particolare, in quanto intravediamo una soluzione seria ed
equilibrata, ci affidiamo perciò entrambi prima di tutto alla
sensibilità e capacità istituzionale, di correggere mitigare e
risolvere danni generali e particolari di rilievo superiore, nel ruolo
che di garanzia lo è comunque anche nei confronti dei singoli, per
dettato costituzionale. E Paolo Ferraro è un singolo e magistrato
“dispensato” allo stato.
Particolare affidamento poniamo poi, con riguardo alla
successiva
istanza di revisione, nella persona del Presidente della
Repubblica e Presidente del CSM, in quanto vi sono in gioco beni ed
interessi istituzionali superiori, che il magistrato Paolo Ferraro
intende ed intendeva tutelare, anche al costo onerosissimo sinora
pagato personalmente. Vicende fatti e dati documenti anche
multimediali, a prova sono ormai noti, nel minimo dettaglio (ma
repetita juvant).
I. PREMESSA
Noi che veniamo da, e
siamo saldamente rimasti ancorati ad una
sana tradizione giuridica, conoscevamo le sentenze “suicide”
scritte per esser impugnate e che svelavano una non accettazione del
dispositivo da parte dello stesso motivante, fattosi consapevole degli
errori in cui era incorso nel dispositivo, “decidendo”.
Studiavamo ed impugnavamo i provvedimenti “abnormi” che piegando
talvolta ad esigenze metagiuridiche le motivazioni emettevano
deliberata non previsti dall’ordinamento violando basamenti
logico giuridici fondamentali. Conosciamo le manipolazioni e
falsificazioni quale categoria “anche” sociologica oltreché legale,
riferibili a rilettura, secondo i fatti veri, di
motivazioni totalmente incongrue e totalmente lontane dal
corretto inquadramento del reale e quindi dalla corretta qualificazione
dei fatti, rare motivazioni ovviamente talvolta “ad arte” costruite in
modo simmetricamente divergente dalla realtà. Abbiamo scritto, appena
ne fummo edotti, di “STAZI GIURIDICI” e di “diritto non
diritto”, nel dicembre 2011, quando individuammo il fenomeno
minoritario grave della alterazione della fisiologia della
giurisdizione piegata a fini di casta, gruppi cordate o poteri,
mediante una interpretazione del fatto ed una qualificazione del
diritto e dispositivi, “innaturali” e non conformi ad una sana attività
giudiziaria.
Ma ci siamo trovati di fronte da pochi giorni nel
martoriato
percorso di difesa nostro personale e della legalità delle/nelle
istituzioni, dinanzi ad una sentenza emessa in un giudizio
di appello in tema di divorzio che merita una profonda riflessione
istituzionale ed un intervento immediato dell'organo di rilevanza
costituzionale preposto alla sorveglianza delle attività giudiziarie,
così come degli organi che condividono il potere di iniziativa
disciplinare. La circostanza che si tratti di una sentenza che ci
vede “protagonisti” e “destinatari” mirati oltrechè attore in
giudizio (secondo una valutazione obiettivata e non una percezione
soggettiva, si badi) non rileva, e si tenga presente che il dott. Paolo
Ferraro che scrive non solo è sereno, felice, amato e solare, integrato
nella famiglia sua e parentela, ma gode della stima ed
affetto di svariate decine di migliaia di persone, tra cui
appartenenti anche alle istituzioni ed alla istituzione giudiziaria. La
circostanza che commentiamo, una “sentenza” con modalità
che a loro volta si commentano da sole (si vedano gli “obiter
dictum” sulla persona del ricorrente, infamanti ed ovviamente
apodittici e tralatici, ictu oculi), non ci esime però
dall’illustrare il nuovo aspetto.
II.
LA STRUTTURA DELLA SENTENZA N. 2722/2018 emessa da collegio della
Corte di appello di Roma e pubblicata in data 28 aprile 2018
Per coglierne la
specificità, del nuovo aspetto, si deve partire dalle
aggiornate nozioni di “obnubilazione“ e di “inversione” della
realtà. E si potrebbe partire dalla elaborazione teorica
dei processi cognitivi, se nei casi oggetto di riflessione e nel
nostro non fosse evidente che si deve partire dalla
evidenza di utilizzo di un potere affidato in realtà
per tutelar diritti e persona. Soccorre per l’appunto, in chiave
laica o religiosa , la nozione di “INVERSIONE” e rinviamo alla cultura
di ciascuno, senza approfondire l’evidente e l’ovvio, ma indicando la
proverbiale “perseveranza” che emerge a tutto tondo.
La sentenza (che ci apprestiamo a commentare
secondo tradizione di giurista democratico) non lascia noi
esterrefatti: la salutiamo perciò da subito come una “confessione
pubblica”, che giriamo agli organi competenti.
Essa è stata emessa dal Presidente Maria
Giulia De Marco, magistrato di tradizione familiare a vocazione
nota, e dalla submissa relatrice Anna Maria Pagliari, e
infine dal terzo membro del collegio. Al collegio va “formalmente”
attribuita la emissione dell'atto ed il suo contenuto sostanziale (ci
riserviamo una attenta valutazione lessicale ed espressiva, a
scopo di cognizione completa).
Chi scrive ora è un ex magistrato (pende il ricorso al
Consiglio di Stato nel merito, ed il darsi da fare intorno e prima e
rapidi lascia quantomeno riflettere sulle circostanze).
Un uomo che, avendo per coerente serena
aderenza al suo ruolo e per sensibilità storico politiche evidenti,
da magistrato democratico, cultore della legalità e dei principi
costituzionali, ha portato alla luce fatti “provati” o
meglio PROVE CONCLAMATE EVIDENTI ED INSORMONTABILI di fatti di
gravità evidente. La propalazione pubblica delle medesime
prove dirette con strumenti adeguati, è stata poi effettuata nel solo
interesse generale della indipendenza della istituzione giudiziaria.
Resta che si sarebbe dovuto distruggere nel più breve tempo
possibile chi avesse capito avendo scoperto, almeno secondo
prospettazione delle metodologie utilizzabili e “teorizzate”
appositamente, in ambiti non certo “giudiziari”. In queste
evenienze è “buona norma” e regola anche militar segreta oltrechè”
protocollare”, impedire in ogni modo che fatti vicende e
prove ricostruttive pervengano alla coscienza istituzionale e giuridica
del paese, ovviamente intervenendo prima di tutto sul soggetto. Peccato
che nel caso concreto di specie il soggetto abbia resistito, e che si
sia oggi in definitivo incolmabile ritardo, in quanto
tutte le istituzioni e i loro uomini di buona fede hanno a
domicilio ricevuto fatti, prove, analisi e consapevolezze certe e
solide, come da unico obiettivo perseguito: il nostro lavoro pubblico a
riguardo era ed è quindi già FINITO, per intervenuto integrale
raggiungimento dei risultati prefissi, il cinque maggio 2018. Il
punto di partenza e finale è questo, qualunque cosa accada.
Paolo Ferraro è stato dispensato dal servizio per
aver scoperto ed esposto in qualità di “destinatario”
attività coperte e segrete, messe in opera da una pericolosa
area “deviata” che integra un “deep State” ripudiabile,
così come le relative modalità operative, strumentazioni
metodologie di intervento. SE ciò sia vero lo si evince dalle analisi e
contestualizzazioni e prove dirette audio e video: il vaglio è
ormai, si ribadisce ancora, nella disponibilità anche di tutte le
magistrature, che usufruiscono di un lavoro che ci limitiamo a definire
unico, sinanche per caratteristiche tecniche e metodo multimediale,
unico infine anche per esser destinato con amore istituzionale
proprio alle istituzioni ed agli uomini delle istituzioni.
La gestione di un divorzio “eccellente” e sottoposto ad
un ortopedico tentativo di “ordinarizzazione” è solo una appendice
degli eventi e dei FATTI, significativa.
Procediamo con ordine limitandoci ora alla
fattispecie.
III. IL REALE
Parliamo ora in premessa del “reale” :
- - chi
scrive ora è sposato legalmente con Patrizia Stefania Eugenia
Foiani dal 2016, e dal gennaio 2011 convivente e coniuge di fatto
nell’immediato prosieguo;
- - sempre
chi scrive ha una vita felice e serena con due figli acquisiti,
uno laureatosi brillantemente, l’altro oggi studente
universitario e campione di una disciplina sportiva a livello
nazionale, ed atleta anche a livello internazionale e tutti siamo
vissuti insieme per quasi otto anni ad oggi, profondamente
sereni e nonostante quello che veniva posto in essere (tutto di
pubblico dominio), integrati nella parentela e familiari,
nuovi.
- - chi
argomenta ora è stato affiancato intellettualmente ed umanamente
, in modo serio e ben consapevole ed edotto, dalla moglie Patrizia
Foiani, che è testimone diretta 2010-2018 di quel che è
accaduto e di fatti e dati su ogni piano, a partire
dall'allontanamento orchestrato “esternamente” a evidenti
fini delle figlie minori del pregresso matrimonio;
- -
ma non esistono solo “palabras”: in atti nel processo di appello
del divorzio, sono state depositate ed opportunamente
obnubilate prove dirette da registrazioni telefoniche e di
conversazioni tra presenti ed ambientali che hanno NATURA di prova
certa ed oggettiva sui singoli fatti e dinamiche concrete,
oltrechè di contorno ed a monte;
- - Nel
gennaio 2013 Paolo Ferraro è stato dispensato dal servizio perdendo
ogni reddito ed il lavoro (la valenza politica ed istituzionale la
lasciamo alla coscienza collettiva, in questa sede), ma
ebbe a percepire nel 2013 (non ieri) il trattamento di fine rapporto
pari ad una somma di 260.000 euro;
- -
sottoposto ad una sentenza diffamatoria (a tutt’altri fini e per palese
debordare degli obiter dictum) di primo grado, che statuì la
permanenza dell’onere di pagare il mutuo della casa e familiare
correttamente assegnata sino alla maggiore ed indipendente età delle
figlie minori ed un assegno pari a quello che versava quando era
magistrato in servizio più spese straordinarie mai individuate e
lasciate all’arbitraggio altrui, nonché costretto alle spese di
difesa, giudizio e tutela dei diritti ed interessi lesi vari per
le vicende di contorno note, ha sborsato i risparmi della sua vita per
un importo medio di 40.000 euro medie annuali sino a quando appellata
la sentenza di primo grado non si era rivolto alla Corte di
Appello di Roma;
- - i
“soldi” sono ormai (necessariamente) finiti, Paolo Ferraro vive grazie
a e con sua moglie (e figli e parentela) stimatissima dipendente
pubblica, di modestissime risorse economiche (si sa),
circondato da affetto, amore e grande riconoscimento nella sua sfera,
mentre la donna beneficiaria della sentenza di appello oggi in commento
è un avvocato da redditi solidi certi e cospicui incerti
nella prova (ma normalmente argomentativamente dedotti nella prassi
giudiziaria “ordinaria”). il Consiglio di Stato non fissa la udienza di
merito e la matematica non è una opinione, come la certezza
dell'impossibile raggiungimento di un eventuale trattamento
previdenziale .. se non a lunghissimo termine. (e gli obblighi di
Paolo Ferraro nei confronti della famiglia sua Ferraro-Foiani sono
pressochè espletati sul piano morale ed affettivo. Basta obnubilare o
simulare che non esistano, obblighi materiali eliminandoli mentalmente
dal quadro valutativo ?! E si parla di un “disoccupato” senza redditi e
lavoro, allo stato.
- - le
figlie minori “separate” dal padre in crescendo dall'aprile
2011 ( altra data focale cui corrisponde il deposito presso autorità
giudiziaria di UN MEMORIALE fondamentale) e, come da molteplici prove e
di “contesto” ben più amplio, definitivamente dall’aprile 2012 (e cioè
esattamente da quando le vicende gravissime del magistrato di
Cassazione furono non solo propalate pubblicamente, sempre
nell'interesse pubblico e delle istituzioni stesse, ma nella loro
consistenza obiettiva, derivante da una miriade di prove
dirette). Poi le figlie sono state dalla sentenza di primo grado.
dopo un altalenarsi di estrema significanza, nel 2016 assegnate
alla sola madre, premiando altrui palesi strategie (a
queste non si è opposto “frontalmente” un padre, sul piano
specifico, lottando materialmente, sol perchè uomo di legge,
pacifico, conoscitore di dinamiche e metodiche e consapevole
della esterna provocazione violenta e criminale, che utilizzava il
“materiale” unico a disposizione alla ricerca di ben altri risultati
finali);
- - ma sono
stati riversati nuovamente in atti del processo di Appello esposti
denunce prove dirette anche sul punto del tutto specifico,
dichiarazioni pro veritate sottoscritte da Patrizia Stefania Eugenia
Foiani e molto altro ovviamente depositato in varie sedi ed a vari
fini, e già in primo grado, prove dirette in quanto
digitali depositate mediante supporto DVD (e che si tratti
comunque di “prove documentali”, nell'era della
multimedialità, lo dice la Cassazione, ormai univocamente);
Nè è possibile sottacere la produzioni di oltre cinquanta documenti
digitali e di riferimento ad altre rispettive persone, professionisti
ed attività che hanno illustrato ed argomentato la verità su
Paolo Ferraro e sugli accadimenti. (si veda la dettagliata
controdeduzione in Appello, e si accerti che ovviamente del
contenuto non ve ne è la minima traccia nelle due sentenze, a ben
guardare con un revirement del tutto significante, contraddetto
dalle prime ordinanze nel processo di primo grado) .
- - Il
percorso nostro, che non esito a definire “doveroso” e con
“autosacrificio” personale per far emergere le prove di un
sommerso criminale che può inquinare anche sistematicamente una
quota della istituzione giudiziaria, è stata completato il
5 maggio 2018, con la distribuzione pubblica di UN DVD FINALE
costituito da 4 GIGA e settecento Mb costituito sempre al 90% di PROVE
DIRETTE (audio e video audio da registrazioni ambientali, di
conversazioni tra presenti e conversazioni telefoniche),
mentre le tre ultime progettate mail a tutte le
istituzioni, hanno messo infine a disposizione, a
domicilio, video audio di prova a dir poco sconvolgenti, sicché
può dirsi che tutte le magistrature le istituzioni e la stampa ormai
sanno tutto e sanno “troppo” bene, per ora in preoccupato, per non dir
altro, silenzio. Simular la inesistenza del tutto è “inutile”.
- - Quando
a suo tempo il magistrato Paolo Ferraro fu nel 2012 “dispensato”
campeggiava una consulenza, già demolita, concettualmente e per
tabulas, che indicava (strumentalmente ed in contrasto con una
altra decina di certificazioni e consulenze) una non patologia
specifica, non una diagnosi, quindi, semmai una “minaccia di”, tarata
sulle “esigenze”, mentre il sequestro di persona che Paolo
Ferraro subì nel 2009 (collegato direttamente ed incontrovertibilmente
alle scoperte e prove acquisite ed alla “necessità” di zittirlo) si
concluse finanche escludendo ogni possibilità di “costruzione
artificiale”. Tutto è oggi analiticamente destrutturato e dimostrato,
pendendo ricorso nel merito dinanzi al Consiglio di Stato.
- Emergendo
dalle prove la esistenza di attività segrete e coperte “anche” volte a
distruggere un magistrato, e che coinvolgono area a sua volta coperta e
segreta trasversale e vertendosi in tema di psico setta civil militare
e di collegamenti con copertura da parte di solo alcuni magistrati
consapevoli, era il minimo che potesse succedere, e il “di più”
non poteva subito succedere perchè troppi erano al corrente del
pluridecennale specifico lavorìo (a partire dal 1992: altrove gli
approfondimenti fatti). Altri hanno pagato subito, presi alla
sprovvista e il di più. Ma oggi siamo nel 2018 ed a missione
auto-assegnata terminata. Di qui la scelta che avrei dovuto/potuto
fare di portare a conoscenza dei soli organi
competenti quanto segue. Tanto per iniziare a riabituarmi a stare con
tutti e due i piedi nella unica scarpa contenitiva, da me sempre
rispettata, già “deontologica”. Ma la valenza e pregnanza dei fatti,
disancorabili agevolmente dallo stretto alveo individuale e personale
in cui si vorrebbero ancora una volta non a caso delimitare, previo il
consueto novello letto di "Procuste”, costringono naturalmente a
dare pubblica conoscenza del tutto.
IV. LA IMMAGINE
“A STRUTTURA DELIROIDE” DI UN REALE INESISTENTE.
“Il delirio è un'idea oppure un insieme di idee che,
pur non avendo nessuna corrispondenza con i dati della realtà, non
cedono né agli argomenti della logica né alle disconferme che derivano
dall'esperienza concreta analizzata. Di importanza fondamentale nella
visione del mondo del/dei delirante/i, tali idee risultano
incomprensibili e non condivisibili alle persone che appartengono al
suo/loro stesso ambito affettivo e culturale".
“Ideazioni” sconnesse dalla realtà, di quello si parla.
Questa definizione che non può concernere chi scrive
sotto nessun aspetto, per le cospicue indicazioni premesse e perchè
Paolo Ferraro mai ha trattato di idee ma di fatti vagliabili e di prove
compulsabili inequivoche, a prescindere dalle mere “opinioni”, e
dalla condivisione e partecipazione del suo stesso alveo
affettivo-culturale, si attaglia invece adeguatamente al nucleo
motivazionale della sentenza di appello oggi “esposta”.
Ma evoca anche obiettivi rincorsi (tappe e protocolli
noti), e il fine di tentar inutilmente di interrompere e
delegittimare la attività cognitiva altrui, magari retroattivamente, e
di demotivarla per tentare di recuperare l'irrecuperabile. Di qui
anche la “prassi” della negazione collettiva e del silenzio,
tutta roba con varie ascendenze, e soprattutto il ricorso
“programmatico” al buon senso comune che mediante giudizio di
inverosimiglianza apriori, intenderebbe suscitare, consolidare ed
assicurare un atteggiamento avalutativo nel concreto e non scientifico
e serio.
E' troppo tardi.
V. I PUNTI SALIENTI
NELLA SENTENZA
La commistione da
“inversione” tra manipolazione obnubilazione e costruzione per parole
di una realtà virtuale integralmente inesistente, di cui ci occupiamo
ora, smentita per dati e fatti obiettivamente
vagliati da migliaia di uomini anche delle istituzioni, non
consente di separare adeguatamente gli aspetti. Li
elencheremo in ordine crescente, dando priorità agli “obnubilanda”, poi
immettendo i “manipolanda” (rectius tutto ciò che era destinabile ad
esser nascosto ed obnubilato e manipolato e lo è stato,
puntualmente) ed infine elencando i fattori ed illustrando il
quadro da costruzione artificiale “a struttura” deliroide.
1.
La vita reale e la moglie ed i figli acquisiti la serenità del nucleo e
di vita dell' ”eroe” ex (per ora) magistrato e le
caratteristiche personali e reali del magistrato Paolo Ferraro, vengono
piè pari nascoste ed obnubilate: spariscono Marco e Diego, sparisce la
serena vita coniugale, sparisce in blocco Patrizia Stefania Eugenia
Foiani, spariscono le famiglie nuove collegate e la realtà (ovviamente
tutto ciò accade perchè il tutto sarebbe, se “comparisse”,
radicalmente incompatibile con i manipolanda e con la costruzione a
struttura deliroide di una realtà inesistente, sicchè il movente
dell'obnubilamento è evidente anche ai ciechi. E' per questo che per
poter tentare di tenere il castello artificialmente in piedi viene
censurata in toto sinanche nella sua esistenza la famiglia e le altre
famiglie e proprio la moglie di Paolo Ferraro, come teste storica ormai
quasi decennale, teste attuale, ed è per questo che è
coerente al fine anche la miriade di documenti ed atti di
sua provenienza tutti contenuti nei DVD depositati, coniuge dal
2011, moglie di fatto e infine legale da tre anni, Patrizia
Stefania Eugenia Foiani).
2.
Si scrive nella motivazione della sentenza di un secondo DVD
depositato, in realtà con prove digitali riepilogative
uniche, usando la incredibile argomentazione che la difesa
avversa non può esercitare il contraddittorio, che secondo assunto si
riferirebbe a fatti elementi documenti digitali e soprattutto AUDIO E
VIDEO AUDIO, già oggetto del primo DVD (?!). Si giustifica così a
supporto la “mancata integrazione del contraddittorio”
introducendo la suggestiva argomentazione “pur se utile, non giustifica
il prolungarsi dei termini del processo che seguirebbe alla
rimessione dei termini per integrare il contraddittorio” (delle due
l'una o è mero riepilogo o no, e l'assunto affermativo esclude, salvo
verifiche, la integrazione del contraddittorio e il “prolungarsi
del processo in una vicenda del genere, di contesto quadro e personale
infine, che danno costituisce per la verità e per l'andamento
processuale?!). Ma il capolavoro è costituito dalla circostanza
che vengono letteralmente SEPPELLITE le montagne di
prove dirette immesse nel “primo” DVD distraendo dall'oggetto mediante
argomentazione diversa: è il primo DVD che sparisce di scena come
il secondo ( Si tratta a ben vedere di argomentazione indirettamente
“confessoria” e di eliminazione “necessaria“);
3.
Al colmo dei colmi viene appellata “coniuge” la donna divorziata
da cinque anni e separata da dodici: e la evidenza di un costrutto
verbale che trae in inganno, è una realtà manipolata all'oggi o
una svista, incollata ?! In altri termini chi legge che capisce di
quello che è reale e cosa vede, una moglie (che non esiste) e
perseguitata, quando chi ha perso lavoro e ha subito di tutto e di più
e molto di più è per l'appunto Paolo Ferraro. e il vero ed unico
coniuge di Paolo Ferraro , Patrizia Stefania Eugenia Foiani e familiari
vari, veri e reali ed attoniti ?!! Intenzionale si
manifesta poi lo schema artificiale introdotto “realtà
professionale e personale vissuta ( n.d.r. taccio sulla indignazione
che questa manipolazione allusiva verbale suscita in chiunque abbia un
minimo di ragione e morale) come a lui avversa”. Scriteriata
terminologia (immorale) sinanche, che intenderebbe soggettivizzare e
psicologizzare, ed introduzione artificiale e in sé “a struttura”
deliroide di uno schema astratto lapalissianamente psichiatrico
“artificiale” contraddetto dalla realtà. La semplice realtà è che il
dott. Paolo Ferraro si è occupato sino al 5 maggio c.a. di
prove e fatti provati, e della analisi e contestualizzazioni dei
fatti provati, senza alcun coinvolgimento, né emotivo né personale,
nonostante tutto quello che accadeva ( di obiettivo nella sua grave
consistenza e per i riflessi di vita, socio economici anche),
altrimenti non sarebbe riuscito nell'impensabile e non sarebbe
pervenuto sino a terminare un lavoro di consistenza e metodo
obiettivi. Fatti dati e prove insuscettibili di negazione,
suscettibili di analisi, e, ma questo sembrerebbe alla
Corte, di obnubilamento. CI si metta l'anima in pace .. troppi
hanno valutato prove e regìstrazioni ed oggi oltre a
svariate centinaia di migliaia di persone, anche
parte cospicua delle magistrature, avvedute ed intimorita, questo
sì, dalla imponente virulenza e provenienza del tutto. Falsificato e
smentito da fatti e dalla realtà lo schema: quindi costruzione
artificiale a “struttura” deliroide, e lasciamo stare per il
momento che non è dato a me difatti attribuire
integralmente, nella sua insensatezza, il contenuto della
schema nemmeno al collegio (valutazione nostra, pro bonis). Resta la
“inversione” patente e illogica che emerge del tutto: non è che tutto
quello che è accaduto sia la conseguenza di tutto ciò che ha scoperto e
non doveva scoprire il magistrato Paolo Ferraro (bravissimo con pareri
eccezionali e sano ed equilibratissimo sino a cinque minuti prima) e
della NECESSITA' istituzionale da lui interpretata di porre a
conoscenza le istituzioni del tutto ?! Per poter negare accaduto e
scoperte reali e concrete e dimostrate (obiettive ed ormai note)
ANCORA si tenta di prospettare tutto come frutto di una perdita
del lume e del costrutto improvvisa e (come da perversa
tradizione manipolatoria) di insufflare “vicenda personale e
trauma affettivo individuale”. Col che facendosi strame di scienze,
empiria ed empiriche constatazioni. UN pessimo servizio alla logica,
storia cultura e ribadisco “morale”.
4.
si citano “due” consulenze di primo grado come se appartenessero al
mondo del reale giuridicamente rilevante: la prima “consulenza”,
della consulente non professionale non iscritta all'albo ma tesserata
all'ordine militare dei cavalieri di Malta, pretermessa per la sua
patente inaffidabilità, come anche indicato tra le righe a voce dal
giudice di primo grado, e segnalata a verbale come tale e per reato di
falso ideologico al medesimo giudice di primo grado. La seconda
consulenza citata solo disposta, dichiaratamente perchè inutilizzabile
la prima, NON espletata in primo grado, e non a
caso, ma per la contestazione anche in udienza e dettagliata
della indipendenza del consulente, il tutto fatto oggetto di produzioni
e non solo di motivi a supporto (!!!) circa intrecci personali e
professionali, diretti ed incontrovertibili tra il consulente e la
stessa associazione che vede in “veste e ruolo” l'AVV. Canali Silvia,
controparte nel giudizio; Ma si deve scrivere che vi sono due
consulenze.
5. Si
afferma contrariamente ad ogni logica esperienziale che la più piccola
delle figlie è rimasta molto provata dalla relazione con il padre
(interrotta su “dichiarato e audio registrato e testimoniato da
comandante di stazione dei carabineri”, intervento
genitoriale, della figura materna a partire dall'aprile del
2011, ma prima meravigliosi rapporti affettivi) e ovviamente in
assenza di qualunque coinvolgimento dialogico della minore (anzi
consapevolmente tutelata dal padre per la evidenza della enormità e
gravità del contesto, ed è si badi l'unica prospettazione
coerente col contesto) e si afferma che la quasi
maggiorenne è attualmente “determinata”, ma tralasciamo la
ragionevole domanda da chi e come, e introduciamo il ragionevole
quesito “non era nella prassi giudiziaria un preciso indice di
alienazione genitoriale il rifiuto di contatti “intervenuto” in assenza
del padre, “procurata” ?!. E gli innumerevoli atti documentazioni
e testimonianze pretermesse che provano la volontà del padre di tenere
saldo il rapporto, ma non sino all'auto distruzione che si sarebbe
voluta?! Inoltre in una vicenda del genere si conferma la non
assegnazione congiunta IN DEROGA A PRECISI CANONI
GIURISPRUDENZIALI e ad un preciso dettato normativo, non aggirabile, a
nostro modesto avviso di giurista, se non aprendo il varco ad una
prassi pervertita a fini “ultronei". E si ipotizzano
CONFLITTI GENITORIALI MAI ESISTITI SULLE MINORI ( ovvio) e
LI SI ATTRIBUISCONO IN IPOTESI DEL PLAUSIBILE STRUMENTALE AL
SOTTOSCRITTO ( mai fatto, detto pensato o realizzato nulla di ciò,
sulle scelte e sulla gestione concreta delle minori). Quando il padre
non solo ha dato prova di nessuna intromissione, ma non accettò
alcuna provocazione ed aggressione inscenate a simulazione
apposita di conflitto nel 2011 e 2012 (in atti nel DVD reso
inesistente esposti alle autorità di pubblica sicurezza e di
polizia giudiziaria per aggressioni fisiche in silenzio e
senza alcuna reazione subite ad provocandum da parte del dott. Paolo
Ferraro, tenendo a bada la “virago” investita della mission impossible,
ma ovviamente nell'appello non debbono esistere). Per non parlare dei
rapporti felici e sani testimoniabili con la piccola e fatti
interrompere totalmente sin dalla estate 2012. A quale attività
di dialogo e di richiesta ci si riferisce se nessun dialogo e richiesta
fu fatta alla minore in ordine alle vicende del cui parlar
ci si duole ?! Inventare moventi e percorsi inesistenti .. cosa fa
emergere, la buona fede?! La tragica verità ?! Nel suo ruolo coperto la
madre perfettamente consapevole di chi sia il padre, e abbiamo anche la
prova di questo, doveva simular ed inscenar da parte sua ciò che
avrebbe consentito di introdurre UNO SCHEMA (PROTOCOLLO)
ORDINARIO finalizzato. Paolo Ferraro non era e non è un uomo ordinario,
tant'è che a differenza di altri ( e altri magistrati sinanche!)
se ne è sottratto consapevole. Non conoscevamo il regno
della “Inversione” ma la nostra fiducia nel diritto, nella
Magistratura e nel Consiglio Superiore della Magistratura organo di
rilevanza costituzionale, è ancora intatta e serena, altrimenti
non scriveremmo qui. Una cosa sono gli organi le funzioni i poteri ed
una cosa gli uomini e le organizzazioni criminali. E chi scrive così
ora che patologia ha ?! Quella dell'intelletto della serietà e
della cultura, per la quale fu prima inutilmente blandito e poi
violentemente e DIRETTAMENTE minacciato nel dicembre 2010 quando si
capì che avevo capito troppo ?! ( tutto pubblico a colpi di audio e
video audio, interviste sinanche, ma l'obnubilar campeggia
ancora residualmente, e la certa maggioranza della
magistratura guarda, consapevole ed attonita.
6.
Non può non esser citata poi la obnubilazione delle PROVE
(depositate tramite DVD !!!) di un rapporto di dialogo e contatto
sereno con la altra figlia nel frattempo divenuta maggiorenne
(documenti inequivoci certo anche nuovi e richiamati e depositati in
forma digitale, inabissatisi col supporto digitale sia 1 che 2
anziché integrar il contraddittorio (in materia di famiglie e
minori vale di regola il principio rebus sic stantibus, non
quello di utilizzare una “fotografia” permanente, studiata ed
artefatta e resuscitata, a sopperire in extremis ad esigenze di
“intervento").
7.
si obnubilano tutte le prove depositate sulla vicenda a monte, e
oggetto di articolate precise e durissime contestazioni nei confronti
della “argomentazione “ della sentenza di primo grado
“sottoscritta” da giudice: basta leggere ricorso in appello e
controdeduzioni anche sull'assunto specifico della
allusione manipolata e virtuale ad una patologia. Ma il
capolavoro è che il giudizio di appello che verte anche su
ciò e sulla INVENTATA patologia, a supporto strumentale
delle decisioni sui minori nel divorzio (anche), viene letteralmente
aggirato dalla ultima sentenza argomentando “la Corte non
ritiene di soffermarsi ulteriormente “ “in ragione degli abbondanti
richiami contenuti nella sentenza di primo grado”. Ma se l'assunto
della impugnazione è che si tratta di richiami tralatici (il giudice è
addetto ai richiami od al vaglio ?!) su circostanze e dicta
inventati e manipolati infine non afferenti neanche al contenuto
del provvedimento di “dispensa” pluri impugnato.?! La delibera
impugnata del CSM non citava “diagnosi” di patologia
ipostatizzando (tutto contestato e dimostrato nella
infondatezza) ma narrava per esplicita declaratoria
del consulente, di indici (non veri e palesemente tali) non
integranti patologia. Infine il capolavoro della obnubilazione che
coincide con la manipolazione del giudizio expressis verbis: “richiami
(n.d.r. nella sentenza di primo grado) per nulla contestati
dall'appellante”. Qui siamo alla stolida manipolazione totale, cioè
alla negazione del contenuto inequivoco degli atti, e si
entra pian piano nel vaglio del contenuto globale tecnicamente a
“struttura” deliroide;
8.
A puntuale conferma si disattende la istanza di “prova per testi
articolata” (terminologia anodina), ovviamente prova diretta sui
fatti essenziali concernenti le minori e si nasconde che in primo grado
fu effettuata ed è contestata tramite l'appello, la stessa
cosa, dal 2011(!!), e questa è una precisa lagnanza del ricorso
(la obnubilazione TOTALE di teste essenziale, sinanche come
esistenza fisica e personale). Ovviamente si tratta della
dott.ssa Patrizia Foiani, la donna inesistente, il coniuge teste
scomodo e della famiglia che “non deve esistere e parenti e famiglie
collegate unite”, così come si tratta da DVD degli esposti e
denunce lettere ufficiali etc. del 2011, 2012 e 2013 che
inquadrano non solo la attività diffamatoria perseguita, il
che serve a valutare il quadro generale gravissimo, ma
soprattutto le concrete modalità della ALIENAZIONE GENITORIALE
ORCHESTRATA AB EXTERNIS ( che lo sia, premeditata ed orchestrata,
lo dimostrano non solo la verità ed oggettività dei fatti a monte ed a
valle , non meramente argomentata, ma fornita di prova e supporto
probatorio diretto ed oggettivato, ma anche la registrazione e le
dichiarazioni “confessorie“ della “agente” effettuate nella Pasquetta
del 2011, testimoniate da ufficiale dell'arma e registrate, ed
ovviamente depositate con altre nel nel primo DVDa corredo dell'appello
processualmente obnubilato), Una alienazione subìta
indirettamente sinanche dalla prima “pretermessa” ll coniuge
Patrizia, che avrebbe voluto poter proseguire il nostro rapporto
che era dolce ed amorevole con due creature, rapporto violentemente
interrotto a iniziar dall'aprile dal
2011; coniuge Foiani, che da ora in poi chiameremo “la grande
pretermessa”, come da quadro a struttura deliroide obnubilante,
costruito artificialmente;
9.
Le dirette documentazioni video audio ed audio da conversazioni tra
presenti, registrazioni telefoniche e ambientali e tutto il quadro di
necessario riferimento della vicenda NON ESISTONO: non esiste quindi la
registrazione tra presenti in cui la Canali Silvia espone (e
confessa) dinanzi a Comandante della stazione CC di Ostia, non
esistono le registrazioni ambientali della Cecchignola, ormai
sviscerate ed in mano a tutti gli uomini delle istituzioni, non esiste
la documentazione digitale e di foto audio e relazioni
investigative sulle vicende, quelle sì personali e gravi,
della Canali nel 2006, e a sua tutela mai propalate nel loro
contenuto video fotografico, ed inserite in busta chiusa agli
atti ma immesse nel DVD mentalmente eliminato. Infine a
perfezionamento viene riferito un quadro sorpassato:
l'alto ufficiale Andrea Raffaelli già in posizione
direttiva nei R.OS. che ho comunque pubblicamente ringraziato per
aver assistito e supportato le mie povere minori, era già uscito
di scena nell'estate 2017 per impossibilità/sopravvenuta non
doverosità di sostenere: non vive più con la/a supporto della
AVV.CANALI SILVIA, e alloggia presso Comando dell'ARMA, ma il
quadretto crollato viene mantenuto artificialmente, solo per
mancanza di aggiornamento dalla relazione, ma in atti appellata
“aggiornata”, ovviamente.
Una decisione che, appare nella sua globale
consistenza a “struttura deliroide”, si badi, nel senso tecnico
premesso (non si tratta di un aggettivazione malevola atta ad offendere
la struttura dell'atto, ma di tecnica individuazione di caratteristiche
che corrispondono allo schema definitorio patologico). Una scrittura
che realizza quindi la costruzione di una realtà non
corrispondente ai fatti, dati e prove, da questi totalmente
smentita IN RADICE, ad eccezione del comportamento alienato ed
alienante della minore, una controprova in realtà.
Una simulazione totale, che argomentata risulta invece
evidente, ma “non argomentata” non può che esser destinata a chi,
esecutore inconsapevole, in fasi ultronee, la legga senza poter
vagliare fatti e dati reali. Clamorosa la descrizione che se ne
ricava, leggendo senza sapere, di “un uomo solo, del quale si
citano solo nominalmente individuali esigenze di vita ed il
grave stato, suggerito abbandonato tra le righe“.
Lasciamo alle istituzioni sensibili la dovuta
indignazione. La caricatura indigna qualunque coscienza.
Un castello concatenato di carte simulate prima o poi
crolla, miseramente. Ma se anche così non andasse,(e nel
frattempo l'aver tolto lavoro e reddito ad un uomo macina/macinerà la
resistenza/resilienza?!) la nostra avversata
“missione” è compiuta, su tutti i piani storico
istituzionali e culturali ma soprattutto di informazione scientifica
e oggettivata con dati multimediali compulsabili e
compulsati direttamente e previ sistemi originali e nuovi.
Tutto pervenuto agli uomini delle istituzioni, sane, come
da obiettivo prefissato, serio ed equilibrato ed adeguato al
quadro.
Resta oggi da interrompere autoritativamente
attività orchestrate e bloccare definitivamente lo strumento umano,
solo utilizzato. E ridare giustizia nel caso concreto,
ripristinando nelle sue funzioni un magistrato indomito per tabulas e
difensore della legalità vera, non del crisma o del timbro.
Nessuna acrimonia, nessuna volontà negativa, non
appartengono: al magistrato (ex per ora) Paolo ferraro, solo la
sobria consapevolezza di aver dato un contributo alla legalità ed
alle istituzioni sane cioè proprio alla magistratura prevista dalla
Costituzione.
VI. CONCLUSIONI.
Tanto
comunichiamo come da premessa di accompagnamento per le
iniziative conseguenti ritenute necessarie, e di lapalissiana evidenza.
E si chiarisce conclusivamente: una cosa è il “merito”
una cosa è , per tabulas, la alterazione “a struttura deliroide”
del reale. Un fatto oggettivo questo che emerge da un
vaglio equilibrato, e che disegna il quadro preoccupante,
sul quale si richiede un intervento autorevole e consapevole.
Di questo solo ci si occupa: gli indizi ormai gravi e
concordanti di un possibile processo patologico che va contrastato
dalle istituzioni consapevoli.
“Quando
il giudizio si erga a creatore di una realtà ricostruita contro
ogni evidenza, lì si incrina la funzione, ed il ruolo del diritto
vivente oscilla paurosamente verso un dispotico baratro antico”.
Vi è poi un profilo che riguarda di riflesso le
istituzioni giudiziarie e riguarda a futura memoria le scienze zoppe ed
i saperi immaturi di cui, a nostro modesto avviso, si deve oggi
mitigare e controllare meglio il ruolo/potere acquisito:
“Nei
casi in cui la discrezionalità tecnica si atteggi concretamente a
libero incondizionato potere di determinazione arbitrario, lì
traballano le fondamenta stesse del sapere moderno e della scienza“.
ALLA TRASMISSIONE VIA PEC alleghiamo copia della
sentenza, del ricorso e delle controdeduzioni, per ciascuno dei
destinatari.
CON RECAPITO A MANO in data successiva provvederemo al
deposito presso l'ufficio protocollo del CSM e del Ministero di
Giustizia di copia della missiva con allegati i tre DVD indicati in
calce ( DVD1 con gli atti del processo di appello e documentazioni
digitale in esso depositata, DVD2 a corredo memoria di risposta
e, a parte, terzo DVD co sistema integrato multimediale di
prova diretta realizzato per rendere edotto in modo obiettivo e valido
chiunque lo voglia o lo “debba”, di dati fatti e documentazioni
digitali, tra le quali prove dirette audio e video “eccezionali” che
inondano di luce il CASO A MONTE che è la madre ed il padre del
tutto.
§§§§§§§§§§§§§§
B.
Errare è umano. Sarei felice per le istituzioni e lo Stato, se il CSM
resosi conto della natura dei fatti, rivalutasse con l'occasione la
posizione mia, mostrando intelligente sensibilità a tutta la
magistratura, legittimato dalla pendenza della controversia,
prima della decisione definitiva del Consiglio di Stato. E
rivolgo istanza specifica diretta in specie al Presidente del CSM, che
non sapeva e ora sa e può approfondire, senza tema di invadere campi
istituzionali, vagliato il rilievo più generale della vicenda. Non
intendo in questa sede richiamare le innumerevoli prove e dati emersi
e portati già a conoscenza pubblica dopo analisi attente ed
approfndite di prove dirette (audio). ;a sottolineo che la
vicenda richiama le Sue illuminanti esternazioni di
grande rilievo in materia afferente minori e turpi attività. Se
il magistrato Paolo Ferraro non avesse scoperto quello che si evince
dalle registrazioni della Cecchignola, non avrebbe mai con
coraggio messo in gioco la sua vita e vita professionale, per dovere.
§§§§§§§§§§§§§§
La presente viene sottoscritta per integrale
condivisione e conferma dei fatti esposti, dalla “
pretermessa” coniuge Patrizia Stefania Eugenia Foiani.
Roma 16 maggio 2018
Paolo
Ferraro Patrizia Stefania Eugenia Foiani
ALLEGATI VIA PEC
- Ricorso in Appello, controdeduzioni in
Appello, sentenza del collegio indicato della Corte di Appello di
Roma.
ALLEGATI CHE SARANNO DEPOSITATI AGLI UFFICI PROTOCOLLO DEL CSM E DEL
MINISTERO DI GIUSTIZIA.
- DVD1 depositato col ricorso in APPELLO ed
integrato con gli atti del processo successivi, in digitale, contenente
documentazioni digitali e multimediali.
- DVD2 depositato a corredo memoria depositata
autorizzata in replica alla comparsa di risposta nel processo di
appello indicato
- DVD integrato multimediale con sistema di prove
dirette analizzate e contestualizzate circa le vicende a monte ed a
valle, depositato anche ai fini della istanza di revisione.